Day 28 – TGIF

Se penso che sono in piedi dalle 6.30 e probabilmente vedrò un letto solo verso le 11.30 di domani (che poi in realtà è già oggi), capisco che questo è proprio Amore.
Sia quello per la nuova vita che per la vecchia, I mean, considerando che sto affrontando questa giornata senza fine solo per farle incontrare.
Ho un volo per l’Italia molto presto, così ho preferito passare direttamente la notte in aeroporto.
Stansted a quest’ora è popolato praticamente quanto Oxford Street al mattino.
Ci sono persone accampate sul pavimento in posizioni improbabili per provare a riposare qualche minuto (ho tentato anche io, con scarsi risultati), negozi aperti e caffetterie affollate.
Alla fine ho optato per una di queste ultime, inutile dirlo, dopo aver assistito al remake di “Prima dell’alba”, tra il tizio dello sportello dell’ufficio per il cambio valuta ed una viaggiatrice avventurosa.
Mentre ero in coda per ritirare i miei preziosi euro, sono riusciti a raccontarsi tutta la vita, creando un’intimità istantanea che neppure Joey e Dawson dopo diciottomila stagioni.
Avrei potuto perdere la pazienza, ma in fondo non ho alcuna fretta e la scena era piuttosto affascinante.
Solo che lui alla fine non ha lasciato tutto per seguirla in Messico come speravo, infrangendo così le mie fantasie romantiche.
Intanto, domani sera la capa darà una festa per il suo compleanno, a tema “still Pink” (se potessi spiegarvi il perché, sarebbe divertente, ma temo che la legge me lo impedisca.) e mi sono ritrovata catapultata in un episodio di Gossip Girl (oggi solo citazioni illustri, s’è notato?).
Perché mica una festa la si fa e basta?!
No.
La casa è stata presa d’assalto da una squadra di specialisti che, nel giro di un paio di giorni, hanno letteralmente smontato tutto per trasformarla nella perfetta location da telefilm.
Moquette fucsia e pista da ballo a scacchi sono apparse al posto della stanza dei giochi, con tanto di postazione per la consolle del DJ e luci stroboscopiche rosa; un enorme tendone ha ricoperto l’intero giardino per ovviare alla minaccia della pioggia, funghi per riscaldare qua e là, un bancone da bar, divani in vimini ed ancora luci rosa, ovunque.
Nell’ingresso c’erano più casse di birra e vino pregiato che granelli di polvere, mentre una bella ragazza dava ordini a tutti risolvendo le crisi con uno schiocco di dita e tanta inventiva.
Non mi sarei stupita di veder spuntare Emily Gilmore da un momento all’altro! (Ma nemmeno Enzo Miccio.)
Ho pensato al mio modo di organizzare feste, del tipo: “Oh ragazzi, sabato festa da me, portate da bere.”, una spazzata veloce e punto.
Insomma, mi sono sentita un po’ una barbara, ma per fortuna non sarò presente, così eviterò di sentirmi anche più vecchia della festeggiata 41enne.
Alla stazione dei bus di Victoria, poche ore dopo, mi sono imbattuta in una simpaticissima addetta del servizio clienti che non sapeva parlare inglese (?!) e pensava che “I don’t know” fosse una risposta adatta a qualunque domanda.
Ottimo lavoro, devo dire.
Dopo averle estorto delle informazioni palesemente inventate sul momento, io, un ragazzo colombiano ed una ragazza polacca ci siamo fatti compagnia nell’eterna attesa di un maledetto bus per Stansted.
Avete presente quelle amicizie immediate che si creano tra ubriachi nei bagni dei locali?
Ecco, succede anche nelle sale d’aspetto, soprattutto quando sono semplicemente dei sedili di plastica traballanti in un sottopassaggio pieno di autobus con la scritta: “Sorry, I’m not in service”.
Tra improbabili lezioni di lingue (il polacco è paragonabile al Klingon, per quanto mi riguarda.), foto di figli appena nati ed imbarazzanti rivelazioni quali: “In Colombia è famosa la musica pop italiana… da adolescente ascoltavo Ramazzotti e la Pausini.” (e mi dispiace per te), la serata è diventata più divertente di quanto mi aspettassi.
Tra poche ore saranno fusa, abbracci, carezze, contatto e divani scomodi.
Buongiorno, mondi!

IL MOMENTO FELICE: gli incontri, le vite, le persone.