Archivi del mese: luglio 2015

Where is my mind?

E’ stata una lunga e brutta giornata, che potrebbe tranquillamente ripetersi – temo – anche domani, dopodomani e venerdì.
Trovo conforto nel sapere che almeno è l’ultima settimana strana e stracolma prima del silenzio, spezzato solo dalla musica che, finalmente, sta tornando nella mia vita come si deve, con progetti di nuove band all’orizzonte.
Ma non diciamo niente, ché in questi giorni ho avuto la conferma palese di quanto i bei progetti possano essere spazzati via in un solo gesto di menefreghismo.
Ho così tante cose per la testa… cose ingombranti, di quelle che se ne restano pigramente ad affollarti la stanza per mesi, costringendoti a girarci attorno per uscire, ma che non ti decidi mai a sistemare in un altro posto, uno più giusto e meno in vista, magari.
Come la scala enorme che campeggia in cucina dallo scorso weekend, che mi graffia il braccio ogni santo giorno, quando provo ad afferrare la caraffa del caffè senza versarmela tutta addosso per colpa delle notti corte.
Ho tante, troppe cose per la testa e nessuna voglia di pensarci adesso, alla fine di questa giornata sbagliata.

Così non lo farò, ho deciso. Non voglio pensarci e non ve lo voglio raccontare, il gomitolo di pensieri con cui giocherello svogliata aspettando il treno del ritorno, alla sera.
Anzi, vi dirò di più: vi distrarrò chiedendovi aiuto per una questione molto più urgente, che spesso ho affrontato qui in passato… I CAPELLI, sempre loro!

Quindi la domanda è la seguente: SECONDO VOI DOVREI (RI)FARE I CAPELLI…

a) ARANCIONI? (Rosso rame, via. Alla Weasley, per intenderci);

b) BIONDI? (Biondo SCURO, non giallo!);

c) CASTANI? (E qui sarebbe da capire – in caso – di che tipo, ma questo è un altro sondaggio).

Prego, via al blogvoto!

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Il potere di shampoo e phon.

C’è questa coppia bellissima su Instagram (lui lo trovate come alteredvisionphotography e lei come torycakes) che sta attraversando gli Stati Uniti in caravan, scoprendo posti magnifici e scatenando la mia folle invidia ad ogni foto condivisa.
Poi vado in campeggio per due giorni e quando torno e posso asciugare i capelli con il phon mi viene da piangere per la gioia.
Insomma, va bene l’avventura, ma sentirsi i capelli a posto mi rimette al mondo, c’è poco da fare.
Certo, c’è da dire che il campeggio in questione non era proprio il massimo. E che ero lì per lavoro con mille minimostri a cui badare. E che quindi non ho avuto un minuto di pace per fare una doccia vera o rilassarmi sul serio. E che non ho chiuso occhio a causa di una tenda MINUSCOLA da condividere con altre due persone, con cinquemila gradi dentro e lo spigolo di adamantio di un materassino dimmerda ben conficcato nelle costole.
Tutto sommato, qualche anno fa ho attraversato Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Germania, Danimarca (e ritorno) in camper, con altre tre persone, fermandomi in campeggio una sola notte e utilizzando i bagni degli autogrill quotidianamente, eppure non mi sono lamentata una sola volta, anzi, ancora ci penso con una lacrimuccia di nostalgia. Quindi il problema non sono le comodità, ma i bambini.
Come sempre. Il caso è chiuso.

Ad ogni modo, tutto questo preambolo era per comunicarvi che no, non ho abbandonato queste lande telematiche, ma sono sempre e solo presa da questa estate maledettissima con le sue grane lavorative e non mi metto a parlare delle temperature ché altrimenti sembro come quegli imbecilli che, su facebook, si stupiscono della neve a Dicembre.
Quest’anno, l’estate la sto prendendo con filosofia, perché il 2015 mi è stato incredibilmente sulle palle dal primo minuto, quasi abbia coscienza e voglia rendermi difficile portare a compimento il proposito di attraversare le difficoltà col sorriso, con un bel respiro e la consapevolezza che passerà.
Ci sono state cose molto brutte, in questi sette mesi, anche cose terribili che mi porterò dentro per sempre, è innegabile. Ma se non mi concentro con ogni forza su quelle positive, piccole e grandi, non so davvero in che stato arriverò al 2016, e allora via, andiamo avanti, sempre.
Quindi al diavolo l’estate, il caldodimmerda e i ritmi di lavoro impossibili.
Io, sinceramente, preferisco guardare alle serate in piazza a sedere attorno agli artisti di strada, alla doccia fresca dopo una giornata afosa, alla ripresa di chi ha avuto un brutto incidente, alle risposte positive anche se non provenienti da chi vorrei, alle granite e alla frutta raccolta direttamente dal giardino (mica il mio, figuriamoci se ne ho uno!).

E poi, voglio dire, ho i capelli puliti, finalmente!

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