C’era una volta, tanto tempo fa, un luogo magico dove chiunque aveva la possibilità di cercare, provare ed infine scegliere diversi modelli di jeans.
Ma un brutto giorno, un terribile stregone di nome Moda inventò un’arma impossibile da distruggere: i jeans modello skinny.
Da allora, qualunque luogo magico, in ogni parte del mondo conosciuto, fu invaso da skinny jeans di ogni colore, materiale e fantasia, lasciando gli altri modelli ad agonizzare in magazzino, fino a causarne l’estinzione totale.
Così, tutti vissero infelici e con il culone in evidenza.
FINE.
Questa fiaba è tratta da una storia vera.
Si dà il caso che comprare un paio di jeans non sia poi così semplice, al giorno d’oggi.
Ho girato un reparto ENORME interamente dedicato al denim, in centro, per una cosa tipo due ore e mezza, ottenendo nient’altro che un mal di testa da manuale ed simpatico giramento di coglioni.
Perché puoi trovare i jeans skinny, gli skinny super morbidi, gli skinny super elastici, gli skinny colorati, gli skinny con la cerniera alla caviglia, gli skinny a stampa.
Nient’altro!
Anzi, ad onor del vero, si sono inventati anche i bellissimi jeans stile “boyfriend”, cioè larghissimi sul culo e sformati sulle gambe.
Donano un sacco a… nessuno!
Io capisco che la moda sia in continuo cambiamento e che i negozi si adattino alle tendenze, ma parliamo di jeans. Maledettissimi jeans!
Dovrebbero essere la cosa più semplice del mondo, o sbaglio io?
Voglio dire, a me i jeans fanno pensare ad una giornata frettolosa, in cui devi andare a fare la spesa di corsa, fare la fila alla posta e portare fuori il cane, allora non vale la pena stare a pensarci troppo e salti in un paio di jeans.
Come diavolo puoi saltare in un paio di skinny jeans???
Per non parlare del fatto che stiano davvero bene a poche persone, dato che mettono in evidenza ogni singola curva e, nel mio caso, non è proprio un bel vedere.
Ho la vita stretta, il sedere sporgente, i fianchi larghi, le gambe corte… voglio dei dannati jeans normali!
Non che li indosserei quotidianamente, sono un po’ allergica ai pantaloni in generale, sono decisamente un tipo da vestitino, ma ogni tanto sarebbe utile e non mi sembra di chiedere chissà cosa.
Sarà che l’ultima volta che ho comprato un paio di jeans era il 2005?
Ad ogni modo, dopo essere uscita dal negozio con un pacchetto di M&M’S, due magliette di Harry Potter (non so ancora scegliere tra Gryffindor e Slytherin, ho dovuto optare per entrambe.), una confezione gigante di calzini (un paio dei quali ho prontamente sostituito ai collant in cui stavo facendo la sauna a causa dei cinquemila gradi) e dei bigodini (sì, avete letto bene), ho deciso di visitare, finalmente, The Photographers’ Gallery, dopo aver rimandato per settimane.
E’ piccolina, tutto sommato, ma molto interessante.
Ho continuato a vagare per le strade del centro senza una meta precisa, godendomi semplicemente il sabato e la libertà di essere da sola, di poter scegliere quando fermarmi, quando, se e con chi parlare.
Mi sono ritrovata, senza sapere come, a Charlotte Street, dove mi aspetto sempre di veder spuntare uno dei personaggi del libro.
Stavolta, però, sono andata oltre, ho scelto un vicolo diverso da quello che imbocco di solito, ed ho scovato un piccolo tesoro.
Un negozietto di strumenti musicali, pieno zeppo di meraviglie e di cartelli che incitavano a provare qualunque cosa, senza neppure chiedere.
Mi sono guardata intorno per un po’, timorosa di farlo sul serio, ma poi ho notato l’estrema gentilezza dei proprietari, mi sono lasciata riempire i pensieri dalle tante canzoni sovrapposte, dai clienti seduti in ogni angolo con violini, clarinetti, tamburi d’ogni sorta.
Ho scelto una chitarra acustica di un blu cobalto impossibile da non amare all’istante, mi sono sistemata in un angolino del piano interrato, lontana dagli altri, ed ho suonato una canzone che avevo scritto per M. tantissimo tempo fa, all’inizio di tutto.
Prima piano, poi con più sicurezza, cantandoci sopra anche le parole.
C’erano due donne ad ascoltare e me ne sono accorta solo alla fine, fortunatamente.
Babysitting serale da vicini che espongono, in bagno, incorniciate, lettere da parte della regina, di Tony Blair e duchi random… Gggiààà!
In TV c’era Coraline, i bimbi dormivano sereni e a fine serata il portafogli era più pieno.
Chi ha bisogno di andare a ballare?!
IL MOMENTO FELICE: “I was alone and then I found you..:”